BRUXISMO: PRINCIPALI CAUSE E RIMEDI

Il bruxismo è una condizione patologica più o meno grave che consiste in un contatto forzato prolungato dei denti, associato o meno ad uno sfregamento eccessivo reciproco delle arcate dentarie: può determinare l’insorgenza di diverse problematiche a livello del cavo orale e del distretto testa-collo.
E’ utile innanzitutto ricordare che la posizione fisiologica “di riposo“ della mandibola prevede che i muscoli masticatori siano rilassati, le arcate dentarie non siano a contatto tra di loro e le labbra siano leggermente separate.
Il bruxismo è un disturbo molto spesso poco conosciuto o addirittura trascurato, la cui incidenza negli ultimi anni è aumentata, soprattutto a causa del cambiamento degli stili di vita ed in particolare all’incremento delle condizioni di stress e frenesia della vita quotidiana lavorativa e famigliare.
Si può manifestare durante la notte o durante le ore diurne, in questo secondo caso sembra essere maggiormente legato a condizioni lavorative di particolare stress o concentrazione.
Le due manifestazioni più comuni di bruxismo sono rappresentate da:
- serramento
- digrignamento

Il serramento consiste nel mantenere le arcate dentarie strette tra di loro per un periodo più o meno prolungato di tempo, senza alcun movimento reciproco macroscopico dei denti. Generalmente non provoca una usura eccessiva della superficie dentaria ma determina un notevole sovraccarico funzionale delle strutture muscolo-tendinee del distretto testa-collo e può determinare una eccessiva sollecitazione dei tessuti di supporto del dente ( trauma occlusale).
Il digrignamento, ovvero il bruxismo vero e proprio, consiste invece nel mantenere le arcate dentarie a contatto tra di loro associato ad uno sfregamento prolungato dei denti con movimenti sia in avanti che di lato: in questo caso, oltre ad una maggiore sollecitazione delle strutture muscolo tendinee cranio-facciali, si ha una usura dei denti più o meno accentuata, che può portare a riduzione dell’altezza dei denti stessi ( riduzione della dimensione verticale delle arcate), perdita più o meno estesa di alcune parti di tessuto dentale naturale o materiali da restauro fino alla frattura completa dell’elemento dentale.
Una usura marcata della superficie dei denti può determinare la comparsa di ipersensibilità dentinale fino ad arrivare addirittura all’esposizione del tessuto pulpare ( nervo) del dente , con conseguente necessità di dover devitalizzare il dente stesso.
Le conseguenze del bruxismo possono manifestarsi a livello dei denti, delle articolazioni temporo- mandibolari e dei muscoli del distretto testa-collo; la sintomatologia clinica può essere estremamente variabile, da condizioni asintomatiche in cui si ha una usura modesta dei denti sena alcuna sintomatologia algica fino a condizioni più esasperate con dolore più o meno importante a livello dentale, muscolare e articolare; in alcun casi le problematiche articolari possono determinare l’insorgenza di condizioni invalidanti.
A livello dentale le manifestazioni del bruxismo consistono in una usura più o meno marcata della superficie dei denti ma anche in scheggiature, formazione di crepe e rotture di parti più o meno estese dei denti; l’usura dei denti è un danno irreversibile e se protratto nel tempo comporta una marcata riduzione dell’altezza delle arcate dentarie (riduzione dimensione verticale).

A livello muscolare il bruxismo si può manifestare con tensione a carico dei muscoli masticatori e della testa e del collo, con affaticamento, limitazione dei movimenti, dolore muscolare più o meno intenso e possibile comparsa di cefalea ( mal di testa); alcune forme di cefalea sono proprio dovute ad una eccessiva contrazione prolungata, specialmente durante le ore notturne, dei muscoli masticatori.
A livello articolare serramento e digrignamento possono determinare insorgenza di problematiche all’articolazione temporo-mandibolare, ovvero quell’articolazione situata davanti all’orecchio che consente di aprire e chiudere la bocca; le manifestazioni cliniche vanno dalla comparsa di rumori articolari durante la masticazione o durante i movimenti mandibolari ( il classico “ click” articolare), dolore davanti all’orecchio, limitazioni dei movimenti articolari che nei casi più gravi possono portare a impossibilità di aprire o chiudere completamente la bocca, comparsa di acufeni nell’orecchio.
La terapia del bruxismo dovrà esser personalizzata in funzione del singolo paziente , delle problematiche rilevate durante una visita clinica con l’odontoiatra e dalle manifestazioni personali raccolte durante l’indagine anamnestica.
Prima di tutto sarà necessario rendere consapevoli i pazienti delle problematiche rilevate , soprattutto in virtù del fatto che tante volte le persone non sono a conoscenza del fatto di avere questi problemi e che tante volte sono asintomatiche o quasi.
Sarà necessario poi una rieducazione comportamentale, che porti ad eliminare o quanto meno ridurre le condizioni che hanno determinato l’insorgenza i questi problemi, dall’eliminazione di abitudini o comportamenti viziati, alla modifica di stili di vita che riducano stress e tensioni, fino ad associare terapie di tipo medico che intervengono a livello del cavo orale e/o della muscolatura del distretto testa-collo.
Una terapia farmacologica di supporto potrebbe essere indicata in fase acuta per ridurre forme di infiammazione e dolore più importanti o per periodi più prolungati qualora si dovesse intervenire con farmaci miorilassanti per ridurre tensioni e contrazioni muscolari, naturalmente su indicazione e sotto stretto controllo dell’odontoiatra che ha prescritto la terapia farmacologica .
Uno dei rimedi più efficaci e diffusi che può essere utilizzato per la cura ma anche per la prevenzione del bruxismo è il bite.
Il bite o placca è un dispositivo individuale intraorale che viene realizzato sulla base delle impronte delle arcate dentarie del paziente: si tratta di una placca di resina con spessore variabile e con caratteristiche tecniche specifiche in funzione della problematica da risolvere : viene posizionato facilmente dal paziente all’interno del cavo orale e rimosso nelle ore in cui non è indicato utilizzarlo.
Il ruolo del bite ed i suoi benefici sono molteplici, a fronte di una spesa economica contenuta: protegge i denti, evitando incrinature, fratture e una eccessiva usura della superficie dentale; gioca un ruolo fondamentale anche nel ridurre la tensione neuro-muscolare a livello dei muscoli masticatori e di quelli della testa e del collo, garantendo un migliore rilassamento e una riduzione delle contrazione della muscolatura . Il bite inoltre previene ed aiuta a curare problematiche articolari temporo-mandibolari, riducendo la compressione delle componenti anatomiche articolari, in primis il disco (menisco) e i legamenti articolari e riportando la mandibola in una posizione fisiologica “ di riposo” o in una posizione guidata più corretta in funzione della patologia riscontrata.
Dott. Marco Cappello
Odontoiatra

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